Ci troviamo agli inizi degli anni ’30 e la Fiat decide di sostituire la sua “514” con una vettura che avrebbe dato la svolta nella società del tempo, la Fiat 508 Balilla.
La nascita
Il progetto andò a diverse celebri figure dell’automobilismo di quegli anni: Tranquillo Zerbi (che mise la firma anche in una successiva macchina ovvero la Fiat 1500), Antonio Fessia (ingegnere di enorme successo che collaborò anche con Ducati e Lancia), Bartolomeo Nebbia e Dante Giacosa. Queste quattro menti costruirono una vettura dalle prestazioni di classe, ma dai costi relativamente contenuti. Il modello fu poi successivamente presentato alla Fiera di Milano il 12 aprile del 1932 in occasione del Salone dell’automobile e si caratterizzava soprattutto per il cambio a tre marce non sincronizzate.
Tra Fiat 508A, 508B e 508C
La prima versione della 508 era equipaggiata anteriormente con un motore Fiat 108 a benzina, a quattro cilindri in linea a valvole laterali da 995 cm³ di cilindrata, capace di sviluppare circa 20 CV a 3500 giri/min. La trazione era posteriore e l’auto montava freni a tamburo su tutte e quattro le ruote; la versione berlina aveva quattro posti e due porte; la vettura poteva spingersi a circa 80 km/h di velocità massima.
Questa prima ed embrionale versione uscì di scena però due anni dopo dalla Balilla a quattro marce. Tale versione era conosciuta come Fiat 508B e quindi, per retroformazione, il precedente modello a 3 marce fu chiamato Fiat 508A. Per distinguere la meglio le due vetture però nessuno negli anni 30 e 40 le chiamava le due versione 508A o 508B bensì Balilla a tre marce e Balilla a quattro marce.
L’ultima evoluzione di questo modello fu la Fiat 508C che gli automobilisti chiamarono solo e sempre “1100”; presentata nel 1937 e rimasta in produzione fino al 1939, anno di lancio della Fiat 1100. Costava 19.500 lire.